Il saggio adotta le categorie della medicina narrativa per analizzare l’intensità traumatica e catartica della Storia (1974) di Elsa Morante e per proporre un nuovo paradigma del pathos e della sua dimensione etico-estetica. La medicina narrativa ci fa vivere il romanzo come la parte sommersa di un iceberg narratologico: un backstage del pathos grazie al quale lettrici e lettori vivono una esperienza catartica e acquistano uno strumento narrativo di resistenza politica. La Storia è la narrazione di una malattia transgenerazionale (l’epilessia) e del suo groviglio clinico-sociale: un mosaico di storie e di strati della storia. La gradualità del pathos è garantita da una molteplicità al tempo stesso interconnessa e inconciliata di punti di vista, rappresentati già nella voce sdoppiata della narratrice. La Storia incrementa così i metodi e i repertori di uno storytelling finalizzato a potenziare l’empatia e la relazione nell’area della medicina narrativa.

The essay adopts the categories of Narrative Medicine to analyze the traumatic and cathartic intensity of Elsa Morante’s History (1974) and to propose a new paradigm of pathos and its ethical-aesthetic dimension. Narrative Medicine makes us experience the novel as the submerged part of a narratological iceberg: a backstage of pathos thanks to which readers live a cathartic experience and acquire a narrative tool of political resistance. History is the narration of a transgenerational disease (epilepsy) and its clinical-social tangle: a mosaic of stories and a mosaic of narrative layers. The gradualness of pathos is guaranteed by a multiplicity of points of view, at the same time interconnected and irreconciled and already represented in the narrator’s double voice. History thus increases the methods and repertoires of a storytelling aimed at enhancing empathy and relationship in the area of Narrative Medicine.