Attingendo alla teoria degli affetti, alla filosofia, all’ecocritica e agli studi sul trauma, questo articolo propone un’interpretazione originale della metafora estesa dell’uccello asiatico in fuga nella Storia di Elsa Morante. Questa potente ma ancora inesplorata immagine collega direttamente l’esperienza traumatica dello stupro di Ida con la persecuzione storica degli ebrei: l’uccello rappresenta un terrore che Ida eredita direttamente da sua madre Nora come postmemoria. Inoltre, l’immagine pone in primo piano il “pathos della migrazione” come leitmotiv del romanzo, proiettando al contempo uno sguardo postcoloniale ed ecocritico sulla storia. L’esperienza di appartenenza e sradicamento dell’uccello asiatico è prova di una riflessione sulle interconnessioni emotive tra esseri umani, animali e luoghi, che al tempo di Morante era ancora in una fase embrionale.

Drawing from affect theory, philosophy, ecocriticism, and trauma studies, this article proposes an original interpretation of the extended metaphor of the displaced Asian bird in Elsa Morante’s La Storia. This powerful yet unexplored image directly links Ida’s traumatic experience of the rape with the historical persecution of the Jews: the bird represents a terror that Ida directly inherits from her mother Nora as postmemory. Moreover, I argue that the image foregrounds the “pathos of migration” as a leitmotiv of the novel, while casting a postcolonial and ecocritical gaze upon history. The Asian bird’s experience of place and displacement foreshadows reflections on the emotional interconnections between humans, animals and places that in Morante’s time were still at the embryonic level.