Il saggio muove dallo studio quantitativo e qualitativo del tema ricorrente dell’alcol nel libro di Emilio Lussu sulla Grande Guerra, che viene individuato come trans-genere. La ricorrenza del tema fa dell’enorme uso storico delle bevande alcoliche durante la prima guerra mondiale, di cui Lussu fu testimone, una metafora prolungata dell’insensatezza della guerra e, attraverso il significato dell’alcol come una delle merci per eccellenza della modernità, un’allegoria. Attraverso la citazione di Baudelaire, Lussu connette la guerra alla vita alienata della modernità e al suo senso disumano, meccanico e ripetitivo. Infine il saggio mette in discussione il concetto di coscienza nazionale italiana, che sarebbe nata nelle trincee, e definisce la Grande Guerra come una grande sbornia collettiva che sbocca nel fascismo.
The essay moves from a quantitative and qualitative study of the recurring theme of alcohol in Emilio Lussu’s book on the Great War, which is identified as a trans-genre. The recurrence of the theme turns the enormous historical use of alcoholic beverages during the First World War, of which Lussu witnessed, into a prolonged metaphor of senselessness of the war and, through the significance of alcohol as one of the goods par excellence of modernity, into an allegory as well. By Baudelaire quote, Lussu connects the war to alienated modern life and its inhumane, mechanical and repetitive pace. Finally, the essay puts into question the concept of Italian national consciousness, assumed to be born in the trenches by historians and critics of World War I in Italy, and defines the Great War as a great collective drunkenness that flows into fascism.
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