«Il senso è quel filo a segmenti neri come la merda di un insetto?» (Sbp, 411), chiede provocatoriamente Lila alla fin troppo lineare Elena. Ragioniamo spesso per segmenti, per etichette. Gennaio 2016: nella libreria Waterstones di Bloomsbury le traduzioni dell’Amica geniale avevano un posto d’onore su un tavolino all’entrata. Con curiosa indeterminazione erano presentate come «Italian-Neapolitan novels» da un biglietto vergato con segmenti non neri ma di un bell’azzurro marino: forse avevano saputo che il Napoli, grazie a Higuaín et al., era primo in Serie A (una delle poche cose che gli inglesi seguano dell’Italia attuale oltre a Montalbano).
Generoso, generico, il trattino fra Italian e Neapolitan: di che genere sono questi romanzi? Un’ennesima variazione sul tema di questa città senza pari, orgogliosamente unica e insieme abusato luogo comune…
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