Quasi tutti i lettori che amano la tetralogia di Elena Ferrante, e anche una parte di quelli che non la amano, sottolineano la dipendenza che questa lettura provoca, come una sorta di droga. Non a caso per il crescente successo internazionale dei Neapolitan Novels si è parlato di Ferrante fever, che richiama alla mente la Wertherfieber e tutta la tradizione della lettura patologica. Basta poco, secondo me, per capire che questa dipendenza non è solo l’effetto di una strategia efficace, come in tanta letteratura e in tanto cinema di consumo (e in ogni caso si tratta di un effetto non facile da raggiungere, certamente significativo): è invece parte di un sistema più complesso, che ha a che fare con la grande se non con la grandissima letteratura. Per prima cosa però bisogna capire come funziona questa dipendenza, e come si collega alla struttura seriale.
La serialità, intesa come pubblicazione a intervalli regolari…
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