[ a cura di R. Cesana e I. Piazzoni, Ronzani, Milano 2022 ]
«Donne tenute in casa»: così Laura Furman si esprimeva nel 1970 a proposito della presenza femminile nel mondo dell’editoria, che diventa percepibile solo a patto di guardare oltre la vita pubblica dei libri (gestita per lo più da uomini) e di andare a vedere chi davvero lavori dietro le quinte per fare i libri o per farli leggere. Pur essendo stata oggetto di crescente attenzione negli ultimi decenni, l’«altra metà dell’editoria» è ancora un mondo in gran parte da scoprire, complice tra le altre cose il fatto che le fonti su cui studiarlo non sono sempre facilmente reperibili. La raccolta di saggi edita da Roberta Cesana e Irene Piazzoni ha il merito di portare alla luce (o di illuminare meglio) figure di professioniste che a vario titolo hanno lavorato, nell’Italia del Novecento, nella filiera del libro: traduttrici, editor, editrici, agenti letterarie, direttrici di collana, libraie, bibliotecarie, grafiche editoriali, donne che hanno contribuito alla promozione della letteratura scrivendo su carta stampata o sui media digitali. Dalle ricerche – condotte con una impostazione interdisciplinare, al crocevia tra storia delle donne e storia dell’editoria, della letteratura e della cultura – emergono percorsi individuali e costellazioni di rapporti al centro dei processi di produzione e di circolazione del libro nel ventesimo secolo: da Natalia Ginzburg editor e direttrice di collana per Einaudi a Fausta Cialente lettrice per «Noi donne», da Giulia Sacconi (prima bibliotecaria in Italia) a Angela Vinay (ideatrice del Sistema Bibliotecario Nazionale), fino ad altre figure importanti dell’editoria (come Maria Laura Boselli, di cui si analizza tra le altre cose l’attività presso il Saggiatore) o delle istituzioni culturali (come Gertrud Bing, che compie un lavoro instancabile presso il Warburg Institute). Se a inizio secolo il progressivo diffondersi dell’accesso all’istruzione inizia a rendere possibile per le donne l’esercizio delle professioni intellettuali, a partire dal periodo tra le due guerre è la crescente importanza delle traduzioni a incentivare una presenza femminile più attiva nel mondo editoriale; una ulteriore svolta arriva negli anni Settanta con l’arrivo di un notevole numero di donne nei centri di produzione e ricezione della letteratura. Il volume indaga anche esperienze più recenti con protagoniste donne, come le case editrici Settenove e Lo stampatello o il blog «Lipperatura ». Più in generale, leggere i saggi contenuti in L’altra metà dell’editoria aiuta a mettere a fuoco il fatto che studiare la storia delle donne, oltre a essere necessario per dare giusto riconoscimento al loro fondamentale apporto, è anche, più semplicemente, qualcosa che le discipline storico-letterarie non possono più permettersi di non fare, se vogliono tener fede alla loro promessa di farci comprendere meglio cos’è stata e cos’è ancora la letteratura.
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