Lo spazio della vita interiore appare come una delle conquiste fondamentali dei generi narrativi moderni. Il saggio si interroga su tale specificità, indagandone i presupposti in una prospettiva di lunga durata. In particolare, l’autrice affronta il rapporto tra esperienza del tempo e costruzione dell’intrigo, confrontandosi con i modelli della psichiatria fenomenologica. L’analisi di alcuni passi esemplari tratti da romanzi modernisti sostiene l’ipotesi che anche quando la narrazione della vita interiore mette in crisi l’intreccio, il romanzo elabora nuove forme di concordanza narrativa.
The space of inward life seems to be one of the main features of modern narrative genres. The paper reflects upon this specific trait, investigating its foundations in a long-term perspective. In particular, the author deals with the relationship between time experience and the plot, relying on some patterns of phenomenological psychiatry. The analysis of some samples taken from modernist novels supports the hypothesis that even when the narration of inward life undermines the plot, the novel develops new forms of narrative consistency.
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