Sono passati più di due anni da quando uno dei più importanti incontri annuali sul romanzo che si tengono in Italia è stato dedicato all’interiorità, ai modi di rappresentare la vita psichica. È stato quell’incontro a dare la prima idea e a fornire un’occasione adatta per presentare un numero di «Allegoria» il cui tema fosse “narrativa e vita psichica”.
Fino ad allora il dibattito sui modi di raccontare l’interiorità e il significato delle narrazioni per la conoscenza della psiche non aveva infatti avuto in Italia un’ampia e duratura eco negli studi letterari; come non la hanno avuta altri dibattiti che si incrociano con quello e che hanno segnato la svolta narrativa nelle discipline umanistiche e nelle scienze sociali: il dibattito sulla finzione, quello sul rapporto fra letteratura e morale, quello sulla costruzione culturale e narrativa della mente e dell’identità.
Gli studi letterari italiani sono rimasti per lo più estranei a questo cambiamento di paradigma, che in altri paesi ha contribuito a rinnovare l’interesse per la riflessione sulla letteratura: più precisamente, sulla narrativa letteraria e in particolare sui romanzi, il principale strumento linguistico con cui i lettori moderni si fanno un’idea della vita quotidiana e prendono, per così dire, le misure delle storie (più o meno) ordinarie che vivono.
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