Gomorra di Roberto Saviano è l’evento letterario più clamoroso degli ultimi due anni: anche per fattori esterni al testo (l’autore è stato condannato a morte dalla camorra e vive sotto scorta), ma sicuramente non soltanto per questi. È accaduto poche volte, in Italia, che un’opera letteraria avesse una simile forza d’impatto. Se vogliamo trovare dei precedenti, dobbiamo percorrere all’indietro alcuni decenni della nostra storia letteraria e riferirci a due esempi illustri, divenuti dei classici della letteratura del secondo Novecento: Se questo è un uomo di Primo Levi (fu presentato alla casa editrice Einaudi e da questa rifiutato; pubblicato da una casa editrice minore nel ’47 e finalmente accolto da Einaudi, e lanciato con il successo che sappiamo, solo nel ’58), e Lettere luterane di Pasolini. In comune con questi due libri, Gomorra ha la difficile classificabilità per quanto riguarda il genere letterario, e soprattutto l’argomento: l’incontro con una realtà totalitaria che distrugge, insieme alla civiltà, l’individuo.
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