Gli ultimi anni hanno visto affermarsi, in Italia ma non solo, un dibattito di particolare interesse teorico e speculativo il quale si è concentrato in modo forte sul senso e il destino dell’insegnamento della letteratura e più in particolare – per ciò che ci riguarda – sul significato che l’insegnamento della letteratura italiana riveste ed è destinato a rivestire, nelle scuole come nelle università, all’interno delle “agenzie educative” del nuovo secolo.
Ripercorrere tale dibattito può essere un modo per proporre frammenti di soluzioni, individuare strade di intervento e linee di lavoro per chi studia e insegna letteratura a ogni livello; in primis certo per chi lavora nella scuola, ma anche per chi, insegnando nell’università, si trova a gestire la pregiudiziale “stanchezza” dello studente – si pensi ai nuovi e caotici corsi umanistici di Scienze della Comunicazione. Una stanchezza significativa, che puzza di ansia e difficoltà, di paura e rimozione. Tare condivise più di quanto non si pensi da docenti e studenti.
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