L’articolo ricostruisce la postura autoriale di Isabella Santacroce leggendola come una declinazione gendered delle istanze trasgressive che hanno caratterizzato parte della narrativa italiana degli anni Novanta. In particolare, dopo aver descritto la situazione del campo letterario al momento dell’esordio della scrittrice e aver delineato la sua specifica traiettoria, l’analisi procede al confronto incrociato tra due opere della sua prima produzione – Luminal (1998) e Lovers (2001) – e i rispettivi paratesti. L’obiettivo è interrogarsi sui diversi significati che la categoria di “trasgressione” assume in relazione al genere di chi la mette in atto e sui limiti del suo impiego nella pratica letteraria.
This paper interprets Isabella Santacroce’s authorial posture as a gendered articulation of the transgressive elements that characterised a strand of Italian fiction in the 1990s. After outlining the literary field at the time of her debut and tracing the contours of her specific trajectory, the analysis undertakes a comparative reading of two early works – Luminal (1998) and Lovers (2001) – along with their respective paratexts. The aim is to reflect on the different meanings that the notion of “transgression” assumes in relation to the gender of those who perform it, and to consider the limits of its application within literary practice.
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