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rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 89

gennaio/giugno 2024

Elisa D’Andrea – Elena Porciani, Il tesoro nascosto. Intorno ai testi inediti e ritrovati della giovane Morante, con sei storie e una poesia dell’autrice

[ Quodlibet, Macerata 2023 ]

Gli esordi di Elsa Morante non coincidono con Menzogna e sortilegio: con Il tesoro nascosto. Intorno ai testi inediti e ritrovati della giovane Morante, Elena Porciani carica questa affermazione di una nuova urgenza e del sostegno di nuove prove. La circostanza che dà origine al libro è infatti l’ampliamento – in due momenti, nel 2007 e nel 2016 – del fondo morantiano alla BNC di Roma: l’acquisizione di manoscritti e dattiloscritti di narrativa breve, riconducibili principalmente agli anni Trenta, offre a Porciani l’occasione per riproporre una mappatura della produzione giovanile dell’autrice.

Tale intento si inserisce in un lavoro più ampio di ridefinizione dell’immagine autoriale di Morante, già intrapreso con le due precedenti monografie L’Alibi del sogno nella scrittura giovanile di Elsa Morante (2006) e Nel laboratorio della finzione (2019): ciascun elemento del trittico concorre all’istituzione di un quadro interpretativo comune, mirato a riconoscere il valore della non-più-preistoria morantiana nei tempi lunghi dell’autointertestualità e a cogliere la conformazione, tra gli ultimi anni Venti e i primi Quaranta, del microcosmo formato dalla produzione degli esordi.

È precisamente l’articolazione di tale microcosmo che il volume ricalca, incrociando con successo ragioni cronologiche, tematiche ed editoriali e dimostrando in tal senso la tenuta della griglia interpretativa adottata: infrangendo i confini là dove è necessario, evitando del tutto l’effetto di una forzatura, Porciani opta per una suddivisione fondata su due svolte della giovane Morante – la prima situata a metà degli anni Trenta e caratterizzata dall’adozione del fantastico-psicologico, la seconda coincidente con l’inizio, nel 1939, della collaborazione con «Oggi».

Così, degli otto capitoli che compongono il libro, il terzo raccoglie i testi che precedono il momento cruciale del 1935, il quarto e il quinto comprendono la produzione psicologico-irreale dei pieni anni Trenta, e il sesto raccoglie i frutti di una terza fase di più abile compenetrazione tra realismo e trasfigurazione.

Gli ultimi due, pur continuando l’attraversamento cronologico, hanno un taglio in parte diverso: il settimo è dedicato all’opposizione tematica tra leggerezza e pesanteur, e ha il pregio di trattare filologicamente una questione sinora spesso posta in termini di impressionismo biografico; l’ottavo verte, invece, sugli scritti umoristici e di costume. A parte vanno considerati i primi due capitoli: vi sono analizzati, accanto a un inedito di simile ispirazione, sette testi per l’infanzia già usciti in rivista e poi sommersi, e ripubblicati ora in appendice al volume.

L’operazione di Porciani riesce molto bene, perché molto bene è tenuta insieme la vasta gamma di strumenti critici adottati: ciascun testo è accompagnato da una sintetica presentazione filologica, realizzata in modo tale da fornire a chi legge tutti gli elementi utili per accogliere o rifiutare l’ipotesi proposta; l’interpretazione, sul micro- e sul macrotesto, concorre con l’analisi materiale a distinguere le varie zone di pertinenza rispetto all’insieme della produzione morantiana; il discorso sull’autobiografia è portato avanti con accuratezza storica là dove si tratta di ricostruire l’ambiente culturale ed editoriale in cui Morante si muove, con discrezione e rigore esegetico là dove la dimensione interiore dell’autrice si mostra elemento pertinente a comprenderne l’opera creativa.

Lo studio è sempre sul punto di oltrepassare i confini posti dal corpus degli inediti, e talvolta si vorrebbe fosse concesso più spazio al raffronto con i racconti coevi già curati e assimilati dalla critica; non è questa, però, la registrazione di un difetto, quanto la formulazione di un auspicio per il lavoro a venire, in attesa dell’edizione di questi testi fantasma così efficacemente collocati da Porciani nell’orbita della Morante figura storica e autrice implicata.

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