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rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 89

gennaio/giugno 2024

Agnese Macori – Franco Fortini, Pareri editoriali per Einaudi

[ a cura di R. Deiana, F. Masci, Quodlibet, Macerata 2023 ]

I Pareri editoriali per Einaudi di Franco Fortini, pubblicati da Quodlibet a cura di Riccardo Deiana e Federico Masci, sono solo secondariamente un tassello – per quanto importante – della ricostruzione del campo editoriale del secondo Novecento. Il volume è sorretto infatti da una vocazione critica e interpretativa che intende – come dichiarato apertamente dai curatori nell’Introduzione – apportare un contributo alla definizione della fisionomia intellettuale di Fortini. Si tratta in questo senso di un libro di critica al quadrato: critica di Fortini (ai testi e agli autori schedati) e critica su Fortini (dei curatori); in entrambi i casi il giudizio di valore si traduce in un’operazione di selezione. Nell’Introduzione Deiana e Masci spiegano infatti di avere optato per la pubblicazione non integrale delle schede conservate all’Archivio Einaudi e al Centro Studi Franco Fortini dell’Università di Siena. Il criterio di scelta è stato duplice: in prima istanza sono stati esclusi tutti i contributi di origine orale (per esempio, i verbali delle riunioni di redazione) e in secondo luogo – ed è questa l’operazione più significativa dal punto di vista ermeneutico – non sono stati accolti «i contributi scritti di scarso interesse». I due curatori descrivono sinteticamente le schede scartate, permettendo così al lettore di farsi un’idea sommaria anche di ciò che non leggerà a testo, consentendogli – in negativo – di comprendere dove risieda invece l’interesse delle schede pubblicate.

Le schede riprodotte (un centinaio quelle propriamente editoriali, a cui si aggiungono una ventina di giudizi estrapolati dalla corrispondenza) coprono un arco temporale piuttosto esteso, in quanto la prima è datata 1947 e l’ultima 1983. La collaborazione con Einaudi, in questo quarantennio, è però discontinua, ed è segnata da un vuoto di circa un quindicennio dal 1963 (anno delle dimissioni di Fortini rassegnate alla casa editrice torinese) al 1978 (che vede il suo ritorno in qualità di consulente editoriale. La maggior parte delle schede raccolte nel volume risalgono al secondo periodo einaudiano di Fortini e sono caratterizzate da una più solida continuità, anche alla luce di una maggiore sistematicità del lavoro di schedatura dell’autore, soprattutto in virtù del suo ruolo di talent scout di giovani poeti italiani da far confluire nella serie «Nuovi poeti italiani». Alle schede relative ai manoscritti poetici si aggiungono numerosi giudizi su testi saggistici, in gran parte stranieri proposti per la traduzione italiana, mentre uno spazio marginale è ricoperto dalle schede riferite a testi narrativi in prosa.

Al netto dei giudizi di Fortini sui singoli autori, sempre pregnanti e lucidi non nonostante la brevità del genere, ma proprio in virtù della brevità del genere (che autorizza giudizi apodittici non replicabili sic et simpliciter in forme che, come la recensione e il saggio, prevedono un più ampio respiro argomentativo), ciò che lo studioso di Fortini può cercare in questi Pareri editoriali è la messa in pratica di un’idea di letteratura e della funzione intellettuale enunciata nella produzione saggistica dell’autore. Il ruolo problematico del produttore di cultura nell’organizzazione degli strumenti stessi di produzione si manifesta con chiarezza nel bifrontismo di alcune schede che contrappongono dubbi sul valore letterario dell’opera a considerazioni più smaccatamente pragmatiche. Ma non si tratta solo dell’ovvio fiuto editoriale (le possibilità di vendita di un libro), bensì anche di un’attenzione e di una conoscenza esatta del campo letterario, della sua direzione, e della possibilità di suscitare o alimentare un dibattito intellettuale, anche attraverso opere (soprattutto saggistiche) di cui Fortini non condivide assunti e metodologie. In questo senso sono importanti e rivelatorie non solo quelle poche schede relative ad autori canonici (Queneau, Celati, Blanchot), ma anche il lavoro di discernimento e analisi del sottobosco letterario, attraverso cui traluce in filigrana la prassi critica di Fortini.

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