La copertina di questo fascicolo di «allegoria» riproduce una fotografia di Armen Susan Ordjanian intitolata Self-Portrait e pubblicata nel 1981 sulla rivista femminista «The Blatant Image: A Magazine of Feminist Photography ». Si tratta di una potente riflessione visuale sulla soggettività femminile, sul corpo in quanto corpo sessuato, sul pensarsi e “vedersi” come donne a partire dalla relazione con il proprio sé incarnato e situato. Come suggerito da Daniela Brogi,1 questa immagine è, probabilmente, all’origine di una straordinaria invenzione narrativa e visiva che Céline Sciamma costruisce in uno dei film più belli e importanti degli ultimi anni, Portrait de la jeune fille en feu (2019), un apologo filosofico sull’intreccio tra desiderio, potere e creazione, sorprendente anche perché tutto disegnato sull’incontro di due soggettività – due corpi – femminili.
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