Il saggio affronta la questione del desiderio lesbico attraverso l’analisi di due romanzi italiani tanto importanti quanto poco noti: Natalia (1930) di Fausta Cialente, censurato dal regime fascista, e La ragazza di nome Giulio (1964) di Milena Milani, sequestrato per oltraggio al pudore. L’obiettivo è mostrare come e perché, in due momenti importanti della storia italiana (il ventennio fascista e gli anni che preparano il Sessantotto), queste due scrittrici attingano all’immaginario sul lesbismo per destrutturare la forma canonica del Bildungsroman femminile. Come viene raccontato il desiderio lesbico, cosa rappresenta e di cosa si fa metafora?
This essay addresses the question of lesbian desire through the analysis of two Italian novels that are as important as little known: Fausta Cialente’s Natalia (1930), censored by the fascist regime, and Milena Milani’s La ragazza di nome Giulio (1964), confiscated for indecency. The aim is to show how and why, at two important moments in Italian history (the Fascist ‘ventennio’ and the years leading up to Sixty-Eight), these two writers drew on the imagery about lesbianism to deconstruct the canonical form of the female Bildungsroman. How is lesbian desire narrated, what does it represent and what is it a metaphor for?
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