Il saggio di Pierluigi Pellini torna su un argomento che suscitava ampi dibattiti a fine Novecento, e che da un paio di decenni sembra passato di moda: l’esistenza, oggi, di una letteratura europea. Partendo da diverse e autorevoli ipotesi critiche (da E.R. Curtius a F. Moretti) e da una sommaria analisi di forme, generi e temi caratteristici (ancorché non esclusivi) della produzione letteraria del vecchio continente, il saggio propone un’idea problematica, aperta e flessibile di letteratura europea, insistendo sull’importanza delle traduzioni e dell’insegnamento scolastico.
Pierluigi Pellini’s contribution reconsiders a question that sparked off much debate at the end of the twentieth century, and which has somewhat disappeared in the last two decades: does European literature exist today? Starting from a number of authoritative critical perspectives (from E.R. Curtius to F. Moretti) and a sketchy overview of typical (but not exclusive) forms, genres, and themes of the First World’s literary production, Pellini suggests a problematic, open, and flexible idea of European literature, underlying the role played by translations and formal education.
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