Il primo aspetto che colpisce del libro di Federico Bertoni, Realismo e letteratura, è il programmatico rifiuto di assumere una posizione teorica netta e definita, protesa alla costruzione di una tesi, più o meno complessa, da cui comunque ricavare una definizione di “realismo” succinta e sintetica. Scrive Bertoni nella Premessa:
Comunque lo si guardi, il territorio del realismo appare infatti talmente vasto e multiforme, talmente costellato di ostacoli e trabocchetti che qualunque tentativo di ‘fare il punto’ sembrerebbe destinato a un fallimento preventivo.
È proprio per sfuggire a questo destino che ho evitato accuratamente di ricondurre le molte domande che mi sono posto a una risposta ultimativa. È per questo che ho tentato di scongiurare le prospettive totalizzanti, i dogmatismi teorici, le semplificazioni storiografiche. E ho accettato il rischio di trovarmi tra le mani, alla fine, un libro che non è una teoria generale né una storia sistematica del realismo. (p. VII)
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