Le molte questioni poste negli ultimi anni dalle trasformazioni nell’editoria sono riconducibili ad alcune domande, così formulabili: “come sono cambiati gli aspetti strutturali dell’industria editoriale e del suo mercato?”; “quale offerta di libri è oggi prevalente (e a quali lettori si rivolge)?”; “quale ruolo hanno gli intellettuali nell’attività editoriale?”.
La prima domanda risponde a interessi di tipo socio-economico, che investono immediatamente la seconda e la terza, coinvolgendo le scelte complessive dell’industria della comunicazione, e in particolare quelle politico-culturali (come ha documentato André Schiffrin in Il controllo della parola, per limitarsi al saggio più recente sull’argomento).
Nonostante l’intreccio inscindibile di tutti i vari aspetti, le pagine che seguono cercheranno tuttavia di esaminare solo pochi punti, utili per introdurre una riflessione sul rapporto tra gli intellettuali e l’editoria nella situazione presente. Quello che è accaduto negli ultimi trent’anni può essere del resto brevemente sintetizzato evidenziando alcuni cambiamenti, di carattere diverso ma allo stesso modo di grande rilievo.
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