A partire dagli anni Novanta il tema del lavoro ha assunto un rilievo notevole nella narrativa italiana contemporanea. Lo dimostrano una serie di concomitanze: la pubblicazione di numerosi testi di vario genere da parte di decine di scrittori di diversa generazione; l’uscita, soprattutto dalla metà degli anni Zero, di una nutrita serie di antologie di racconti e reportage dedicati esplicitamente a questo tema; l’attenzione crescente e sistematica da parte della critica letteraria (a partire soprattutto dalla fine degli anni Dieci); la ricerca di metodologie di analisi e di approcci interdisciplinari destinati a far convergere tra loro scienze umane e scienze sociali; il rinnovato interesse per il dibattito degli anni Sessanta sul rapporto tra letteratura e industria e più in generale per la letteratura industriale;la creazione, nel 2002, di un premio esplicitamente dedicato a opere saggistiche e narrative dedicate al lavoro e l’industria. E un analogo interesse per la rappresentazione del lavoro si riscontra più o meno in questo stesso periodo anche nel cinema e nelle serie televisive.
Su questa vasta e variegata produzione sono possibili almeno due difformi prospettive di indagine: quella sociologica e quella più specificamente critica e letteraria. Le narrazioni sul lavoro aspirano senza dubbio a documentare alcune trasformazioni avvenute negli ultimi decenni.
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