allegoriaonline.it

rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 90

luglio/dicembre 2024

Andrea Romei – Autoritratto come partigiano. Primo Levi tra Resistenza e deportazione

Il saggio propone una riconsiderazione di alcuni aspetti dell’attività testimoniale di Primo Levi tra la metà degli anni Quaranta e la metà degli anni Sessanta a partire da una nuova interpretazione dell’incipit della seconda edizione di Se questo è un uomo (1958), sensibilmente diverso rispetto a quello originario (1947). Nella prima parte si dà conto della condizione dei deportati e degli ebrei all’interno del contesto storico e editoriale del secondo dopoguerra, dominato dal paradigma antifascista e resistenziale: il nuovo incipit di Se questo è un uomo, dunque, è letto come una rivendicazione da parte di Levi della propria identità ebraica, attuata mediante specifiche soluzioni stilistiche. Nella seconda parte, invece, si analizzano altri passi dell’opera dalla stessa prospettiva storica, mettendo in luce le peculiarità del libro di Levi rispetto alle altre testimonianze belliche. Infine, attraverso l’analisi di alcune pagine leviane degli anni Sessanta si mostrano i cambiamenti, rispetto agli esordi, nel rapporto dell’autore con la narrazione pubblica sulla Resistenza e la deportazione.

The essay proposes a reconsideration of some aspects of Primo Levi’s testimonial activity between the mid-1940s and the mid-1960s, starting from a new interpretation of the incipit of the 1958 second edition of If This Is a Man, which differs significantly from the 1947 original one. The first part presents the condition of the deportees and the Jews within the post-World War II historical and editorial context, dominated by the antifascist and Resistance narrative. In this context, the new incipit of If This Is a Man is read as Levi’s vindication of his own Jewish identity, implemented through specific stylistic solutions. The second part of this study analyses other passages of the work from the same historical perspective, highlighting the peculiarities of Levi’s book in comparison to other war testimonies. Finally, through the analysis of some of Levi’s works from the 1960s, the article outlines the shifts in the author’s relationship with the collective discourse on Resistance and deportation.

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