Livio Boni e Andrea Cavazzini: Sebbene quest’intervista si prefigga innanzitutto di dare un’idea ai lettori italiani dell’insieme del suo “itinerario”, ci permetta – Alain Badiou – di cominciare in qualche modo a ritroso, non da una ricostruzione genealogica, ma dall’analisi della situazione politica francese da lei stesso consegnata nel suo Sarkozy: di che cosa è il nome?, un saggio-pamphlet che ha avuto un’eco importante in Francia, e che non ha mancato di suscitare un vivo interesse anche in Italia.
Solo in un secondo momento verremo alle Logiques des mondes e all’evoluzione più propriamente infra-filosofica del suo pensiero, nella seconda parte della nostra conversazione. Lei sostiene che «è effettivamente avvenuto qualcosa» in occasione delle ultime elezioni presidenziali, e che questo qualcosa segna tra l’altro la fine delle categorie stesse che hanno organizzato la vita politica francese dal dopoguerra, ed in particolare la morte dell’“intellettuale di sinistra”. Possiamo partire da quest’ultimo punto?
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