Il saggio che qui presentiamo al lettore italiano è la traduzione di Wirklichkeitsbegriff und Möglichkeit des Romans, letto da Hans Blumenberg in occasione del primo convegno del gruppo di lavoro «Poetik und Hermeneutik» (Giessen, giugno 1963) e successivamente raccolto nel volume Nachahmung und Illusion [‘Imitazione e illusione’], a cura di H. R. Jauss, Eidos Verlag, München 1964. Un tema tra i più classici, il problema del rapporto tra letteratura e verità, viene qui riproposto da una prospettiva nuova, nel tentativo di enucleare l’ontologia immanente alla forma romanzo.
È la realtà intesa come “contesto”, come coerenza fenomenica sempre rinviata a successive conferme, a fondare la possibilità dell’opera d’arte come realtà sui generis, e a far sì che l’universo romanzesco possa vantare gli stessi attributi strutturali che fanno del mondo un che di reale. Il romanzo partecipa della verità non in quanto rispecchia il mondo dato, ma nella misura in cui, realizzando una coerenza lineare e prospettica potenzialmente infinita, esso pone “un” mondo. [F. P.]
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