(traduzione di Anna Baldini)
• Il saggio analizza l’eredità intellettuale di Said nel mondo arabo. Dopo aver esaminato il bagaglio culturale del critico, gli inizi della sua traiettoria accademica negli Stati Uniti e il suo riorientamento, dopo la guerra del ’67, verso la propria identità e cultura, l’autore si sofferma sulla ricezione delle sue opere nei circuiti intellettuali arabi. Se Orientalismo fu inizialmente frainteso come un’opera a supporto delle politiche identitarie, gli scritti teorici di Said esercitarono invece un impatto crescente sulla critica araba, soprattutto perché le offrivano una via d’uscita dalla dipendenza nei confronti di quella occidentale. L’autore conclude suggerendo che il ruolo incarnato da Said negli ultimi anni di vita sulla scena pubblica, quello dell’intellettuale d’opposizione che “dice la verità al potere», possa costituire il suo lascito più duraturo.
• The article discusses Edward Said’s intellectual legacy in the Arab world. After examining Said’s own cultural influences, the trajectory of his early academic career in America, and his “re-orientation” towards his Arab identity and culture following the 1967 war, the author focuses on the reception of his works in Arab intellectual circles. Though Orientalism was initially misperceived through the frame of identity politics, his theoretical writings exerted a steadily growing impact on Arab criticism, particularly by offering a way out of its methodological dependency on the West. The author suggests that Said’s final role as an oppositional intellectual “speaking truth to power”, which reached beyond the Arab intelligentsia to a broader audience, may in the final analysis be his most lasting contribution.
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