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rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 89

gennaio/giugno 2024

Virginia Bernardis – Ilaria Muoio, Capuana e il modernismo

[ Pacini, Pisa 2023 ]

Sin dal titolo del libro, Ilaria Muoio si pronuncia con chiarezza in merito alle coordinate letterarie con cui è opportuno ragionare a proposito di Capuana: non più solo quelle veriste, entro le quali l’autore è stato collocato nel confronto, spesso riduttivo, con Verga. Viceversa, Capuana e il modernismo propone uno sguardo inedito che, coniugando il rigore filologico agli strumenti della narratologia, rintraccia nell’opera di Capuana i tratti contenutistici e formali che la avvicinano allo sperimentalismo modernista.

Le pagine introduttive delineano subito il contesto critico in cui s’inserisce lo studio, ossia quel cambio di rotta (rispetto al filone Croce-Russo) inaugurato da Madrignani, che con Capuana e il naturalismo (1970) si era sottratto alla visione stereotipica della tradizione precedente. Riecheggiando il titolo del libro di Madrignani, ma ponendo in primo piano la questione del modernismo, il lavoro di Ilaria Muoio si colloca rispetto ad esso «in un rapporto di continuità e di rottura» (p. 7). Il presupposto è che non esista una barriera del naturalismo e il fine è quello di dimostrare come, dopo il 1890, Capuana si sia affacciato allo sperimentalismo novecentesco: senza negare lo stretto legame con la stagione verista che Capuana «fonda, attraversa e supera» (p. 181), viene dunque sottolineata a più riprese l’operazione di ammodernamento delle «strutture tecniche e assiologiche del romanzo e soprattutto della novella in Italia» (p. 8).

Si tratta di una prospettiva interpretativa che permette di ripensare diversi aspetti. Anzitutto, l’etichetta pregiudiziale secondo cui Capuana sarebbe un narratore mediocre, spinto a scrivere essenzialmente per risollevare la propria condizione economica; in secondo luogo, la posizione marginale assegnata allo scrittore rispetto il canone; e ancora, le dinamiche che animano i suoi testi tra tradizione e innovazione, in linea con l’idea di «paleomodernismo» di Frank Kermode (Continuities, 1968), secondo cui esiste un momento storico e letterario in cui le soluzioni novecentesche convivono con strutture ancora ottocentesche.

L’indagine, organizzata in tre sezioni principali (L’ultimo scorcio del secolo, Capuana e il Novecento, Capuana ultimo e postumo), ripercorre una porzione consistente della produzione di Capuana, soffermandosi in particolare sulle novelle – forma connaturata, secondo lo scrittore, alla modernità otto-novecentesca –, senza trascurare la componente saggistica e i romanzi. Tra i numerosi esempi illustrati, si segnalano le raccolte di narrativa breve sul finire del secolo, proficuo banco di prova per una prima tensione sperimentale; le rappresentazioni di casi psichici patologici, prima in Giacinta (1879) e poi nel «romanzo-laboratorio» Profumo (1890); la genesi del “personaggio uomo” dissociato e la relativa disarticolazione del narrato; il paleomodernismo di Coscienze (1905) e la metamorfosi del racconto nelle ultime novelle. Anche le osservazioni teoriche di Capuana risultano spesso portatrici di idee pionieristiche: un esempio è la riflessione sull’umorismo, che precede di sette anni quella pirandelliana. Un capitolo è dedicato infine al Capuana postumo, sul cui destino editoriale, tra riscritture e interventi correttori, risulta determinante l’azione della moglie Adelaide Bernardini. Completa il volume, in appendice, un utile aggiornamento bibliografico delle novelle di Capuana, necessario per recuperare testi troppo a lungo penalizzati da una «latenza filologica » che ne ha inevitabilmente condizionato la ricezione.

La ricerca di Ilaria Muoio costituisce quindi un contributo concreto al rinnovamento degli studi su Capuana, nonché un esempio illuminante di metodo: attraverso un’analisi che muove sempre dal singolo testo, ricavandone gli elementi in grado di inquadrare l’intera parabola narrativa dell’autore, mostra come si possano rimettere in discussione le categorie imposte dalla vulgata critica, in dialogo attento con le prospettive della storia letteraria.

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