Sotto il nome di immoralisti, questa sezione di «allegoria» riflette su tre scrittori che hanno fatto discutere sui limiti e sulla legittimità della narrazione giudicata con il metro della morale: casi letterari, dunque, in cui il comune sentire (una nozione problematica, su cui torneremo), è stato non semplicemente ignorato, per amoralità, ma deliberatamente colpito offeso.
Abbiamo scelto libri e autori in nome della loro esemplarità e delle loro differenze: American Psycho di Bret Easton Ellis è stato duramente contestato ed accusato, con le sue efferatezze, di istigare al crimine, lasciando per questo una traccia vistosa nei libri successivi dell’autore e soprattutto in Lunar Park; i romanzi e le posizioni pubbliche di Michel Houellebecq, molto lontane dal gauchisme che ci si aspetterebbe da un intellettuale francese, hanno suscitato polemiche e dissensi; agli ultimi libri di Walter Siti, Resistere non serve a niente e Bruciare tutto, si è imputato o di promuovere un’ideologia di destra, o di dare voce in modo connivente alla pedofilia.
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