La scrittura di Annie Ernaux sta tutta dentro i confini della sua vita, e anzi della sua vita in quanto vita ordinaria. Degli eventi che racconta, e sui quali torna in tutta la sua opera, sono pochi quelli cui potremmo attribuire qualche carattere di eccezionalità: la scoperta tardiva, a dieci anni, di una sorella morta di difterite prima della sua nascita, cui è dedicata L’autre fille; il tentativo del padre di colpire la madre minacciando di ucciderla, nella Honte; l’aborto clandestino, di cui racconta L’Événement; la relazione con un diplomatico russo sposato di cui riferiscono Passion simple e Se perdre. Ciascuno di questi fatti è segnato dal vuoto e dal silenzio: riguarda qualcuno che avrebbe potuto esistere e non è esistito (una sorella maggiore, un figlio) o qualcosa che sarebbe potuto accadere e non è accaduto (un omicidio, una storia d’amore duratura vissuta in pubblico); ma anche, riguarda ciò di cui, nella vita ordinaria e anzitutto familiare, non si è parlato. L’eccezionale, insomma, si presenta come una mancanza, una privazione, una perdita: solo la scrittura può cercare di recuperarle, ma alla fine i vuoti restano, e non è possibile colmarli. La vita rimane il corso di eventi comuni, di quello che tutti sanno, fanno, dicono…
Fai sul pulsante in basso per scaricare l'articolo completo in formato Acrobat PDF.
Se vuoi abbonarti alla rivista o acquistare la versione cartacea fai clic sul pulsante per accedere alla pagina acquisti e abbonamenti.
Lascia un commento