L’egemonia americana del Novecento deve molto alla capacità di diffondere nel mondo un inedito «regime di consumo», il primo di massa e dotato perciò di un notevole appeal democratico rispetto all’élitario «ancien régime» dei consumi elaborato nel corso dell’Ottocento in Europa. Il saggio prende in esame numerose testimonianze di scrittori europei (Morand, Céline, Soldati, Cecchi, Ehrenburg, Sartre, de Beauvoir, Moravia, Waugh, Calvino, Parise e Baudrillard) e del loro incontro-scontro con l’«impero dei consumi» americano.
Gli stereotipi negativi, le critiche rivolte al consumismo e alla proverbiale abbondanza americana sono interpretati alla luce degli ideali di qualità e distinzione fatti propri in modo quasi irriflesso da scrittori e intellettuali. Alcune testimonianze più recenti (Parise, Baudrillard), invece, lasciano intravedere l’odierna eclisse dell’impero americano, con l’avvento di un nuovo regime dei consumi postmoderno dai tratti ancora controversi.
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