Nel 2010 la casa editrice Adelphi acquista i diritti per pubblicare le opere di Gadda e inizia una doppia operazione editoriale basata, da una parte, sulla proposta di materiali nuovi – epistolari, testi inediti, scritti, appunti, materiale fotografico, provenienti dal fondo dell’erede di Gadda Arnaldo Liberati – e, dall’altra, sulla ripubblicazione di molte opere gaddiane, man mano che vengono liberate dai diritti precedentemente detenuti da Garzanti. Adelphi si aggiunge, così, ai molti editori che, negli anni, si sono proposti di pubblicare e di raccogliere l’opera gaddiana; operazione quanto mai complessa a fronte di uno degli autori più reticenti, resistenti e recalcitranti della nostra storia letteraria in materia di editoria. Un autore che Giorgio Pinotti, nella Nota al testo a conclusione del Pasticciaccio, definisce «anticipista»,1 affetto, cioè, da una tendenza a promettere la consegna di opere ancora in fieri, o che vedranno la luce in sedi diverse da quelle prestabilite.
È inevitabile che il confronto con Garzanti, e in particolare con l’edizione di tutte le opere coordinata da Dante Isella, sia stata la prima e costante preoccupazione dei curatori delle nuove edizioni. L’intera operazione adelphiana è coordinata da Paola Italia, Giorgio Pinotti e Claudio Vela, che curano – sia singolarmente che in squadra, a seconda del libro – tutte le uscite dei nuovi volumi.
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