[il Mulino, Bologna 2015]
Quali sono, oggi, i confini della “linguistica italiana”? Non è facile stabilirlo perché l’etichetta designa, da un lato, un settore scientifico disciplinare che raccoglie insegnamenti universitari diversi, che vanno dalla Storia della lingua italiana alla Grammatica italiana, dalla Dialettologia italiana alla Didattica della lingua italiana; dall’altro, un insegnamento specifico che, con l’introduzione del «sistema 3 + 2», è uscito dal corso di laurea in Lettere per espandersi in vari altri corsi più o meno affini.
Per esplorare il vasto territorio della linguistica italiana, Massimo Palermo ha scelto di avvalersi di una guida pragmatica: le linee di ricerca che si praticano all’interno della disciplina. Il risultato è un libro denso e ricco, suddiviso in tre parti – Le strutture dell’italiano d’oggi; Variazione e varietà dell’italiano, di ieri e d’oggi; L’italiano e le altre lingue –, un manuale universitario che intende offrire un quadro tendenzialmente esaustivo delle questioni linguistiche fondamentali per la formazione dello studente e futuro docente.
La prima parte, incentrata sulle strutture dell’italiano d’oggi, analizza in maniera approfondita gli aspetti fonetici e fonologici, morfologici, sintattici e lessicali della nostra lingua, con particolare attenzione alla prospettiva testuale.
La seconda parte è dedicata ai fattori di variazione della lingua (tempo, spazio, società, contesto, canale comunicativo), considerati unendo il punto di vista storico-linguistico (II.1), specie nella ricostruzione dei momenti chiave della transizione dal latino all’italiano e della codificazione dell’italiano, con l’approccio prettamente sociolinguistico e di linguistica della variazione (II.2 e II.3). Si segnalano alcune scelte di organizzazione: il canale trasmesso non viene compreso nel paragrafo “diamesico”, incentrato invece su scritto e parlato (II.2.3), ma è posto come introduzione a quello sulla lingua italiana e i mass media (II.2.8.); l’italiano dell’uso medio non gode di un paragrafo apposito ma figura sotto le insegne della ristandardizzazione (II.2.6.), dove le riflessioni sulla didattica dell’italiano come L2 si integrano felicemente con un’osservazione dell’italiano contemporaneo finalizzata a orientare le scelte didattiche del futuro docente di lingua italiana. Chiude la seconda parte del volume un excursus su dialetti, italiani regionali e minoranze linguistiche storiche, con attenzione al dato normativo (la legge 482/99), statistico (ISTAT 2012) e culturale (il principio dell’ecologia linguistica).
La terza parte è dedicata all’italiano nel mondo (III.1) e al mondo in Italia (III.2), alla diffusione dell’italiano e «dell’immagine dell’italiano costruitasi nei secoli» al di fuori dei confini nazionali: emigrazione, sviluppo di varietà di contatto nei luoghi di colonizzazione e scambio commerciale, diffusione di italianismi nelle lingue straniere, formazione di nuove comunità immigrate e caratteristiche del loro repertorio, tra lingue dei migranti e lingue immigrate.
Completano il volume una bibliografia aggiornatissima, un indice analitico e dei nomi, “quadri” di approfondimento (Il dialetto nella canzone, Neologismi televisivi, per citarne solo due), oltre a esercizi a fine capitolo e attività on line, accessibili sulla piattaforma Pandoracampus e curati da Daniele Baglioni.
Nel documento Lingua italiana, scuola, sviluppo, sottoscritto nel novembre 2009 dall’Associazione per la Storia della Lingua Italiana, dall’Accademia della Crusca e dall’Accademia dei Lincei, si legge: «la centralità dell’italiano nella scuola richiede competenze alte della sua storia e delle sue strutture che è indispensabile acquisire all’università». Mettendo a frutto i risultati di una lunga esperienza didattica e scientifica, Palermo offre uno strumento di studio completo che punta proprio a far acquisire allo studente “competenze alte” sull’italiano; un volume adattabile alle esigenze del docente di Linguistica italiana di qualsiasi corso di laurea, non tanto per la possibilità di selezionarne delle parti, quanto per una graduata somministrazione delle stesse.
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