Il saggio ripercorre la fortuna critica dell’opera di Gianni Rodari, provando a discutere la sua canonizzazione pedagogica e letteraria in occasione del centenario della sua morte. Attraverso l’indagine della presenza (o assenza) di testi rodariani nei manuali di storia della letteratura italiana per le scuole superiori, si discutono le genealogie filosofico-letterarie dello scrittore (con particolare riferimento al surrealismo francese), il nodo interpretativo del rapporto tra impegno politico, libertà espressiva e moralismo pedagogico, e infine la necessità di una storicizzazione critica e editoriale rispettivamente del Rodari scrittore, giornalista e operatore culturale.
The essay explores the reception history of Gianni Rodari’s works, focusing his pedagogic and literary canonization, prompted by the hundredth anniversary of his death. By examining the presence (and absence) of Rodari’s titles in Italian literary textbooks for secondary school, the essay discusses the author’s philosophical and literary genealogy (with particular attention to French surrealism), the interpretive issue of the balance between political engagement, freedom of expression and pedagogic moralism, and ultimately the need for a critical and editorial historicization of Rodari’s production as writer, journalist and cultural worker.
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