Nel 2019 numerosi convegni hanno celebrato il bicentenario della composizione dell’Infinito. Tra le diverse letture dell’idillio leopardiano, tre meritano particolare attenzione perché reinterpretano in modo originale il testo, liberandolo da ogni sovrapposizione di carattere psicologico, nichilista o misticheggiante. Il saggio mette a raffronto le pagine di Alberto Folin, ad alto impatto filosofico, con la fedeltà testuale di Luigi Blasucci, e con lo studio delle fonti che contraddistingue gli studi di Gilberto Lonardi. Se per Folin L’infinito sorge da una lunga «incubazione speculativa», per Lonardi rispecchia un «pensatore» renitente al mistico e allo spirituale, «stratagemma» allestito dal pensiero che sfida le sue stesse possibilità, mentre per Blasucci è discorso cognitivo, avventura storica e terrestre, ben ancorata alle ragioni di un io che si mette alla prova pensando l’impensabile. Pur nelle diverse strategie di indagine, le tre letture confermano come L’infinito sia davvero la poesia che inaugura il moderno, proprio per il fatto che è la poesia del pensiero che tenta sé stesso.
In 2019, the bicentenary of the composition of L’infinito has been celebrated by various conferences. Among the numerous readings of Leopardi’s idyll, three deserve particular attention, as they provide a text’s new interpretation, getting rid of any psychological, nihilistic or mystical overlap. The essay compares Alberto Folin’s philosophical study with the textual fidelity of Luigi Blasucci, and with the attention to the sources peculiar to Gilberto Lonardi’s work. Folin suggests that L’infinito arises from a long «speculative incubation», whereas for Lonardi it reflects an attiude reluctant to any mystical approach, a «device» set up by thought challenging its own possibilities, while for Blasucci it is a cognitive discussion, an historical and terrestrial adventure, well anchored to the reasons of an ego that tests itself by thinking the unthinkable. Although the strategies of investigation are different, these three readings confirm that L’infinito has certainly opened the Modern era, because it is a poem of thought tempting itself.
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