È un topos critico, e spesso un’excusatio non petita di chi studia quel che i francesi chiamano l’extrême contemporain: storicizzare il presente è impossibile; inevitabile la presbiopia di chi vede la singolarità contingente vicina (per affinità di poetica, o perfino di gruppo) e perde il senso di un insieme i cui contorni risultano inevitabilmente sfocati.
Le storie della letteratura contemporanea oscillano fra la prudenza catalogica di chi registra una varietà inclassificabile e l’azzardo militante di chi dà fiducia a una scelta di campo. Rarissimi, e benvenuti, i tentativi di coniugare l’oggettività della ricerca scientifica e il coraggio della tesi storiografica. Per questo merita di essere discusso distesamente un libro per molti versi strano e straordinario: quello che Gianluigi Simonetti dedica (così recita il sottotitolo) a Narrativa e poesia nell’Italia contemporanea. Il titolo è La letteratura circostante, ed è uscito nel marzo 2018 per il Mulino.
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