allegoriaonline.it

rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 89

gennaio/giugno 2024

Valentino Baldi – Varia contro Serafino. Costanti figurali in Quaderni di Serafino Gubbio operatore

Il saggio ripercorre il dibattito critico su Quaderni di Serafino Gubbio operatore a partire dal lavoro di Giacomo Debenedetti confluito nel Romanzo del Novecento. La convinzione per cui la componente romanzesca di Quaderni sia poco importante rispetto a quella saggistica è rovesciata, tenendo in considerazione le potenzialità del melodramma romanzesco e l’importanza del personaggio di Varia Nestoroff, unica in grado di proporre un regime di verità in contraddizione con il commentario di Serafino. La ricerca di costanti figurali che occupa il centro del saggio origine a due serie: la prima, che associa le macchine cinematografiche alle bestie, e la seconda, che avvicina le bestie agli esseri umani. Facendo convergere queste serie, l’autore rilegge la scena della «danza dei pugnali», insistendo sull’enorme potenzialità espressiva dell’arte cinematografica. Nelle conclusioni, il romanzo di Pirandello è inserito in un canone più ampio di narrazioni moderniste italiane in cui la spinta a costruire trame non è mai sopita: l’autore può, così, mettere in risalto un aspetto originale della narrativa modernista italiana, segnalando le possibili cause alla base di questa persistenza.

The essay reconstructs the critical debate on Shoot! by Pirandello, starting from the work by Giacomo Debenedetti published in Il romanzo del Novecento. The belief that the plot of Shoot! is inessential compared to its speculative parts is subverted, taking into account the potentiality of the “melodramatic novel” and the importance of Varia Nestoroff, the only character able to sustain a truth in contradiction with Serafino’s commentary. The research of figural constants in the novel constitutes the core of essay as it origins two rhetorical series: the first, created by the association between filmic machines and beasts; and the second that puts together beasts and humans. In the conclusions of the essay, Pirandello’s novel is placed within a wider Italian modernist canon in which the plot is still essential: Baldi is therefore able to highlight one original aspect of the Italian modernist narrative and, at the same time, he questions the causes of this persistence.

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