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rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 89

gennaio/giugno 2024

Gianfranca Balestra (a cura di), Women in Love. Ritratti di donne in letteratura

[ a cura di G. Balestra, Artemide, Roma 2014 ]

Recuperando il titolo di un romanzo di D.H. Lawrence, il volume Women in Love esplora il tema delle donne innamorate e del ruolo delle donne nell’amore, spaziando per epoche e culture.

La prima sezione si apre con una figura di donna spiazzante, la meretrice come amante sincera che Guastella ritrova nella figura di Taide di Terenzio rivista poi in Dante e nel drammaturgo inglese Nicholas Udall. Anche Venuti parte dalla tradizione classica affrontando la riscrittura del mito di Elena di Troia proposta da Goethe nel Faust II che sottolinea la duttilità del personaggio, amante seduttrice che porta sventura o sposa fedele e irreprensibile fino a diventare simulacro nelle Troiane di Euripide.

La tradizione medievale e le sue riscritture offrono svariate declinazioni della donna in amore. L’ancella Lunete è regista e psicologa che guida le relazioni fra dama e cavaliere nel mondo cavalleresco dell’Iwein di Hartmann von Aue; Brunilde è donna innamorata abbandonata sia nelle varianti delle saghe nordiche sia nel Crepuscolo degli dei di Wagner; vi sono anche la sposa che compiange con passione la perdita dello sposo nell’epopea russa su cui si modella il Pianto di Jaroslavna di Marina Cvetaeva (1920), e Inez de Castro, l’amante sfortunata della tradizione portoghese, uccisa per ragioni di stato ma la cui memoria sopravvive per secoli dopo la sua morte.

Nella sezione del teatro ben tre saggi sono dedicati a Shakespeare. In una lettura parallela di Shakespeare e Petrarca Coronato propone un’analisi attenta e puntuale della figura femminile soffermandosi sulla centralità dello sguardo nel ritratto della donna amata e sulle sue diverse declinazioni nei due poeti. L’esclusione del femminile come ostacolo alla conquista della perfetta padronanza di sé dei protagonisti maschili è al centro del saggio che Domenichelli dedica a Love’s Labour’s Lost, dove però alla fine il femminile risulta vincitore, come avviene nella maggior parte delle commedie, al contrario di quanto accade nei drammi. Alessandro Serpieri offre due esemplificazioni di degradazione dell’immagine femminile costretta al ruolo della vittima, per ripugnanza e ripudio nell’Amleto, per sconcezza e abiezione nell’Otello.

Il volume prosegue con un’analisi di testi modernisti caratterizzati da innovazioni tematiche e formali. Pur ai margini delle sperimentazioni tecniche sul romanzo, lo scandaloso Lady Chatterley’s Lover di Lawrence viene discusso da Serena Cenni come un’opera rivoluzionaria per i suoi contenuti, capace di parlare senza censure o inibizioni della bellezza del corpo e delle sue relazioni. Vengono poi proposti due autori in prima linea nella dissoluzione formale del romanzo, James Joyce e Virginia Woolf, la cui scrittura è anche fonte della riflessione intima e dialogata di Antonio Prete. Claudia Corti mostra come Nora, la compagna di vita di Joyce, fosse una figura ossessivamente presente nella psiche dell’autore e come essa sia disseminata nella sua creazione artistica, mentre secondo Marisa Sestito la Woolf fa rivivere nell’animo di Mrs Dalloway, attraverso una scrittura che si ispira ai procedimenti inconsci della memoria, l’amore giovanile a cui aveva rinunciato in cambio della sicurezza di una vita borghese.

È però solamente con la narrativa del Novecento che si assiste ad una grande fioritura di scrittrici che parlano di amore in prima persona e non sono più oggetto-ritratto ma si autoritraggono creando personaggi femminili dalla forte personalità, capaci di ribellarsi e di parlare senza reticenza di corpo, passione, erotismo, sesso e desiderio. Gli ultimi contributi rappresentano un piccolo squarcio sulle infinite variazioni di questo racconto d’amore al femminile. Vi è la figura inquietante della donna carismatica ma perversa in amore, il doloroso ma anche inebriante intreccio fra misticismo e erotismo, la riflessione sui legami fra felicità, morale e amore che Elena Spandri vede nell’opera The Nice and the Good di Iris Murdoch, oppure le esplorazioni condotte dai Gianfranca Balestra sulle fini innovazioni del linguaggio amoroso di Alice Munro.

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