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rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 89

gennaio/giugno 2024

Marianna Marrucci – Matteo Giancotti, Educare al testo letterario. Appunti e spunti per la scuola primaria

[ Mondadori, Milano 2022 ]

Gli «appunti» e gli «spunti» di Matteo Giancotti «per la scuola primaria» sono di notevole rilievo, non solo per l’area educativa a cui il titolo del libro dichiara di guardare. E proprio il focus sulla scuola primaria è, a sua volta, una ragione di interesse del discorso sull’educazione letteraria che vi viene sviluppato. Il volume è organizzato in quattro parti: alla prima (La letteratura esiste), più teorica, seguono una parte incentrata sulla poesia a scuola (Una gioia quasi perfetta. Il mondo della poesia e dei poeti ), un approfondimento sui generi della prosa a partire da quelli praticati da Primo Levi (Attraverso Primo Levi. I molti generi della prosa ) e una Antologia di testi, prose e poesie del Novecento accompagnate ciascuna da un cappello introduttivo che è anche una guida alla lettura. Il discorso di Giancotti si muove su tre livelli, che vengono messi in continua relazione tra loro: la riflessione sul senso e sulla funzione della letteratura nell’insegnamento scolastico; le peculiarità e le potenzialità dell’educazione letteraria nell’arco dei cinque anni della scuola primaria; le forme dell’educazione letteraria dei futuri educatori. Considerato che «l’immaginario letterario continua a essere il nucleo generatore di moltissime attività del pensiero nel mondo contemporaneo», ricevere un’educazione letteraria serve – scrive Giancotti – per imparare a orientarsi «nel labirintico mondo di narrazioni e rappresentazioni che ci attorniano nella vita di ogni giorno e che comprendono ambiti diversi della realtà, dalla politica ai videogame, dal giornalismo alla pubblicità, senza dimenticare le canzoni e le più varie forme di entertainment» (p. 23). E di fronte a «un’utenza scolastica che anche ai gradi inferiori mostra una crescente diffusione di sintomatologie ansiose», l’espressione letteraria viene opportunamente collocata «nel contesto dei bisogni primari» (p. 31), perché capace di condurre nella dimensione del flow. Essendo un bisogno costitutivo dell’umano, è allora doveroso e cruciale interrogarsi sui modi e sulle forme dell’educazione letteraria dei bambini e delle bambine nella prima fase della loro formazione scolastica. Se, per esempio, la scelta dei testi da leggere nelle classi della scuola primaria è vincolata, per motivi linguistici, alla letteratura contemporanea, come gestire la quota di violenza presente nella maggior parte di questi testi? Posto che «se, come insegnanti, ci ritiriamo da un campo semantico e tematico (il campo della morte, del lutto, della violenza), perché lo riteniamo inadeguato all’età scolare degli alunni, qualche altra ‘agenzia’, per così dire, farà il lavoro che noi abbiamo rinunciato a fare» e che, dunque, se «in classe, cioè in un ambiente controllato, gli alunni andassero incontro, durante l’attività didattica, a piccoli traumi il cui rischio è calcolato», ciò sarebbe preferibile «all’incontrollabile magistero della violenza esercitato dai games e dal web», Giancotti elabora una proposta – credo – condivisibile: portare nella scuola primaria testi novecenteschi riconducibili a una «terza possibilità», quella in cui Andrea Zanzotto colloca l’opera narrativa di Giovanni Comisso, ovvero una «zona» percorsa da «incantevoli vene di luce» pur in un «mondo disfatto» e distinta tanto da quella caratterizzata da «angoscia opprimente» quanto dalla corrente del «vitalismo ferino», che sono i due principali tipi di reazione da parte degli scrittori «alle traumatiche violenze di cui è disseminato il Novecento» (p. 28), secondo la lettura di Zanzotto a cui Giancotti aderisce. Ecco, dunque, uno spazio percorribile per l’educazione letteraria alla primaria, uno spazio che potrebbe finalmente spingere fuori dalle aule, tra l’altro, quella «poesia bamboleggiante, che parla un linguaggio infantile, sottostima le capacità dei bambini e magari incespica nel ritmo» (p. 92) ancora troppo presente nell’immaginario scolastico italiano.

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