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rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 89

gennaio/giugno 2024

Salvatore Spampinato – Franco Fortini, Hans Magnus Enzensberger, Così anche noi in un’eco. Carteggio 1961-1968

[ a cura di M. Manara, Quodlibet, Macerata 2022 ]

Il volume curato da Matilde Manara per Quodlibet rende finalmente edite le lettere tra Fortini ed Enzensberger conservate all’Archivio Fortini di Siena (mancano invece quelle donate da Enzensberger al Deutsches Literaturarchiv di Marbach, che ne costituirebbero il necessario completamento). Si tratta di ventuno testi datati tra il 1961 e il 1968, sedici di Enzensberger (in tedesco, francese, italiano) e cinque di Fortini (in italiano), accuratamente trascritte e commentate (anche se lascia perplessi la scelta, non motivata, di normalizzare alla grafia standard del tedesco la peculiare scrittura di Enzensberger, che, com’è noto, non usava le maiuscole). Una nutrita introduzione, attraverso un’ampia e aggiornata bibliografia, ricostruisce il contesto culturale e approfondisce questioni teoriche con notevole consapevolezza critica, mentre in un’utile appendice sono raccolti alcuni dei testi e delle traduzioni a cui si fa riferimento nel carteggio. Nell’insieme la pubblicazione si rivela una risorsa preziosa per la ricerca futura, per diversi motivi. Innanzitutto, le lettere testimoniano il rapporto altalenante tra i due poeti-intellettuali, che per anni si trovano in sintonia pur nella differenza rispetto alla situazione politica mondiale e al ruolo che dovrebbero avervi gli scrittori, salvo poi allontanarsi per divergenze ideologiche (come già accaduto a Fortini con Barthes, richiamato esplicitamente in una missiva) ma anche per questioni di galateo editoriale: causa scatenante del litigio è una breve collaborazione di Fortini alla rivista «Kursbuch» diretta da Enzensberger conclusasi dopo una stroncatura del pedante critico brechtiano Klaus Völker, che bolla come «volgarmarxista» l’autore di Dieci inverni, con l’immaginabile risentimento di quest’ultimo. Lo scambio è rilevante soprattutto perché contiene un commento al lavoro di traduzione reciproca compiuto dai due poeti, che avrà come frutti due volumi di poesie pubblicati da Suhrkamp (Poesie: Text ein zwei Sprachen di Fortini, 1963) e Feltrinelli (Poesia per chi non legge poesie di Enzensberger, 1964). Nelle lettere si leggono riflessioni di grande interesse sulla metrica italiana e il «versoliberismo» tedesco, dichiarazioni di poetica e testimonianze della pratica traduttiva di Fortini; su tutto aleggia l’ombra dell’imprescindibile figura di Brecht a fare da «ponte», anche per la vasta gamma di prospettive stilistiche offerta dalla sua eredità (tra uno straniamento «diacronico» fortiniano e uno «sincronico» operato da Enzensberger). Sono presenti anche giudizi impietosi sul campo letterario di appartenenza: tra una «desolata sterilità» del clima intellettuale tedesco in cui il marxismo è ridotto a «una disciplina artistica con Adorno come prima ballerina» e un Vangelo secondo Matteo «applaudito da comunisti e da vescovi» che dà la misura della cultura italiana. Per il campo italiano, in particolare, il carteggio risulta particolarmente utile perché aiuta a comprendere i rapporti di Fortini con la Feltrinelli sullo sfondo di una battaglia simbolica che vede i minacciosi neoavanguardisti ansiosi di «annettere» Enzensberger alla loro posizione letteraria. La scoperta più importante del carteggio è però un’altra. Dato che Enzensberger confessa una conoscenza «turistica» dell’italiano, lo scrupoloso Fortini si prodiga nell’inviare al traduttore una ricca serie di autocommenti ai testi di Poesia ed errore. Si tratta di una risorsa straordinaria e insperata, in cui si avvicendano parafrasi, scioglimenti delle allusioni storiche e culturali, questioni di metrica e di ritmo, giudizi di valore. C’è materiale, insomma, da tenere impegnati gli studiosi fortiniani per i prossimi decenni.

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