allegoriaonline.it

rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 89

gennaio/giugno 2024

Marco Maggi – Paul Strand, Cesare Zavattini, Un paese

[ Einaudi, Torino 2021 ]

In un’intervista di qualche anno fa Guido Guidi, uno dei maestri della fotografia contemporanea, evoca inaspettatamente la nozione zavattiniana di «qualsiasità», accostandola alle pasoliniane «cose da nulla» e, nientemeno, alle «immagini dissimili» di Dionigi Areopagita (mediato dal Didi-Huberman di Beato Angelico. Figure del dissimile), per il quale «l’immagine di un lombrico, piuttosto che quella di un re, era più appropriata nel dare figura al Divino» (L. Gasparini, Guido Guidi. Prendere contatto con le cose, in «doppiozero», 8 novembre 2017). Dal neorealismo alla poetica della visione condivisa da Guidi con altri fotografi – da Luigi Ghirri a Olivo Barbieri – e scrittori – Gianni Celati in testa – il passo non è breve; eppure l’ipotesi genealogica non è del tutto peregrina, o almeno così ci si convince a sfogliare le pagine di Un paese, il fototesto di Paul Strand e Cesare Zavattini, ora riedito dalla stessa Einaudi che lo pubblicò nel 1955.

Non è tanto questione di stile, che peraltro diverge nella stessa compagine fototestuale: le composizioni in fondo classiche di Strand da una parte, l’aderenza al reale ma sempre sul punto di svaporare in memoria onirica di Zavattini dall’altra; si tratta piuttosto di una convergenza sul piano del “profilmico”, termine dei semiologi curiosamente amato da Pasolini. «Quando nel 1953 l’americano Paul Strand […] mi propose di fare insieme un libro su qualche luogo italiano, io, dopo aver pensato Sperlonga in quel di Fondi, Gaeta, Gorino nel delta padano, Bergamo, Alatri, Carrara, la via Emilia e un viaggio sul Po dalla sorgente al mare, finii col dire Luzzara» (pag. V). La via Emilia e il viaggio sul Po, Gorino e il delta: nelle geografie evocate da questi nomi già s’inscrive quella a suo modo scoperta della «qualsiasità» che saranno le Esplorazioni sulla via Emilia di Ghirri e sodali, e anche la quête sulla rotta delle anguille di John Berger (la grande gita sul Po sul barcone chiamato La Bicedi una delle didascalie di Zavattini presenta d’altra parte notevoli somiglianze con le sezioni veneziane di quel miracolo di grazia che è Another Way of Telling).

Un paese fu ripubblicato da Scheiwiller All’insegna del pesce d’oro nel 1974, con una sola fotografia (inedita) di Strand, poi da Alinari nel 1977; vent’anni dopo fu proposto negli Stati Uniti da Aperture Books, ed è a questa edizione che si appoggia la nuova Einaudi del 2021. La quale non presenta introduzione né apparati di sorta, ed è un peccato, perché un’adeguata storicizzazione – e anche un po’ di sana filologia fototestuale, quale ci stanno insegnando a praticare studiosi come Roberta Coglitore e Andrea Cortellessa – sarebbe di grande aiuto a penetrare nello stratificato progetto di senso di un libro innovativo anche oltre le intenzioni dei suoi creatori.