Nel 1973, impossibilitato a vedere a causa di un distacco di retina che lo co- stringe a letto, Carlo Levi redige le pagine oniriche e immaginifiche di Quaderno a cancelli, il suo ultimo lavoro da poco ripubblicato per Einaudi in una edizione filologicamente più attendibile.1 L’opera, seppur diversa dalla precedente produzione artistica di Levi, è nondimeno attraversata da una forma di ottimismo sempre viva nella sua narrativa, sin dal suo pri- mo romanzo Cristo si è fermato a Eboli (1945), scritto al chiuso di una stanza in piazza Pitti a Firenze, mentre è braccato dai nazisti. In essa gli uomini so- no divisi nelle categorie dei diabetici e degli allergici, la cui genesi riman- da alla condizione fisica dell’autore, invalidato da una forma particolar- mente aggressiva di diabete e dal conseguente e duplice distacco di retina. L’opposizione “diabetici contro allergici” riassume le numerose contrap- posizioni del pensiero di Levi che accompagnano il suo percorso intellet- tuale e artistico sin dagli anni di stesura di Paura della libertà, l’opus primum scritto nel 1939 su una spiaggia della Loira atlantica, dove l’opposizione in questione aveva trovato la sua prima espressione. Per un gobettiano e me- ridionalista, poi giellino, punto di raccordo tra i fuoriusciti parigini e i gruppi locali torinesi…
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