Leggo un intervento sulla mia edizione dei componimenti satirici e giocosi di Rustico Filippi firmato da Umberto Carpi (Stupri filologici: il caso del Barbuto), pubblicato in un precedente numero di «Allegoria». «Stupri filologici »? Leggo via via più sconcertata, lo confesso: corrisponde al mio lavoro la laid’opra di cui si dà conto? È davvero la mia interpretazione dei sonetti “comici” di Rustico soltanto un improbabile e scombiccherato copione, costituito da una sconnessa serie di immagini lubriche?
Siccome io «professo la filologia», mi sento tirata per i capelli a replicare almeno ad alcuni punti dell’articolo, per segnalare omissioni di dati e imprecisioni che alterano non poco il percorso della mia ricerca, volta a restituire senso e smalto satirico a luoghi divenuti oggi opachi o quasi incomprensibili.
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