Amelia Rosselli, “L’opera poetica”
[a cura di S. Giovannuzzi, con la collaborazione per gli apparati critici di F. Carbognin, C. Carpita, S. De March, G. Palli Baroni, E. Tandello, saggio introduttivo di E. Tandello, Mondadori, Milano 2012]
L’opera poetica di Amelia Rosselli rappresenta un unicum nella poesia italiana del ’900 e la sua singolare condizione di estraneità è importante per cercare di dare all’autrice un’inquadratura oggettiva, come fa il «Meridiano» a cura di Stefano Giovannuzzi e Emmanuela Tandello. L’unicità del “caso-Rosselli” è stata subito messa in rilievo nell’antologia Poeti italiani del Novecento di Mengaldo (1978), pubblicata quando la scrittura di Amelia aveva appena esaurito la sua vena più produttiva.
Variazioni belliche, Serie ospedaliera e Documento sono il nucleo centrale di una poetica di scavo psichico, in cui il carattere di estraneità si manifesta a vari livelli: rispetto al Gruppo 63, da cui sono prese le distanze in Diario in tre lingue e in 5 poesie per una poetica, e rispetto alla tradizione. Pur ispirandosi a grandi modelli lirici (Petrarca, Montale, Campana, Rimbaud, Dylan Thomas, T.S. Eliot), la Rosselli li rielabora in direzione di un’intertestualità fatta di «esperimento e commento» (Carbognin), e filtra la tradizione in una mistica personalissima, caratterizzata da similarità, rovesciamento, ibridazione. L’estraneità è vissuta anche in rapporto a quello che sembrerebbe, ad una prima lettura, l’antecedente immediato di questa poesia: un surrealismo da cui il «Mito dell’Irrazionalità» dominato dal «Lapsus» (Pasolini) verrebbe traslato in un tessuto linguistico e retorico di psicopatologia del quotidiano – «psicomachia», nello specifico, per Variazioni belliche. In realtà, la Rosselli sembra aver poco della visionarietà del surrealismo, come indica in Diario in tre lingue e come ribadiscono le analisi del «Meridiano», perché la sua scrittura nasce da un realismo rifunzionalizzato dalle reazioni psichiche, in cui la realtà è profondamente introflessa e stravolta. Questo “realismo psichico” è dato dal fatto che la Rosselli è soprattutto «autrice di se stessa» e crea una «poesia a personaggio» dove è presente anche un deuteragonista che, però, ha una natura riflessiva: l’Io equivale al Fantasma, il Soggetto all’Oggetto (Tandello). Siamo di fronte a testi figurativi e drammatici, la cui molla è il desiderio a narrare il sé come una presenza reale e storica, ma senza riuscirci testualmente («Ed è inerme che io battaglio per una / chiarezza che non ha permesso d’esistere»). Si tratta, dunque, di un’estraneità rispetto alla Storia, ruvida e impura, che l’io cerca di rappresentare per via psichica con esito fallimentare. Anche la lingua mette in scena una disappartenenza attraverso una commistione di plurilinguismo, rielaborazione delle fonti e variazioni che discendono dall’esperienza musicale d’avanguardia. La metrica è a sua volta straniante: la parola e la frase sono viste non come sequenze di sillabe, ma come un’«idea», quindi il verso come uno spazio («quadrato») in cui pronuncia e pensiero coincidono.
L’estraneità della Rosselli ha reso la sua scrittura un esempio dirompente. Se si considera che quando esce Documento la poesia italiana si muove tra gli epigoni della Neoavanguardia e un’esigenza di espressione che attinga agli stati profondi del sentire, si può comprendere perché la Rosselli fu recepita come un modello di poesia sperimentale e intima. Inoltre, la diffusione della scrittura al femminile, raccolta in antologie come Donne in poesia (1976), fa propria la sensibilità parossistica della Rosselli e la introietta in un modus di genere, incentrato sulla rappresentazione della psiche e del corpo. Una poetessa apolide e sperimentale che fa leva sull’inconscio e propone una visione alternativa rispetto al surrealismo e alla Neoavanguradia: riassumendo così il “caso-Rosselli” si nota un fenomeno di scrittura che potrebbe valere come modello teorico per molta poesia degli ultimi trent’anni, con meriti e limiti. Aiuta a fare chiarezza la ricostruzione di questo «Meridiano», che definisce la storia poetica dell’autrice in uno sviluppo critico progressivo di connessioni e intertestualità.