allegoriaonline.it

rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 89

gennaio/giugno 2024

Barbara Julieta Bellini – Contre la conscience de classe. Misérabilisme et illusion autobiographique dans En finir avec Eddy Bellegueule

  • Molti autori che, come Bourdieu, hanno sperimentato l’ascesa sociale del transfuge de classe scelgono di dedicare il loro lavoro letterario a ricostruire e, quindi, comprendere le vite e i pensieri delle classi dominate. Le forme in cui queste vite “popolari” sono rappresentate cambiano tuttavia notevolmente tra scrittori e opere: mentre Annie Ernaux esplora le possibilità di una letteratura “transpersonale”, Didier Eribon lega l’autobiografia all’analisi sociale e Olivier Adam sceglie di mantenere la struttura del romanzo in modo da evidenziare i rapporti di forza che connettono i personaggi tra loro. In questo articolo, si osserva il caso di En finir avec Eddy Bellegueule (2014) del giovane autore francese Edouard Louis. Presentato dall’editore Seuil come “romanzo”, questo libro ha una forte componente autobiografica e segue il viaggio del protagonista dalle sue modeste origini nella provincia francese fino ai piani alti dell’accademia parigina. Benché il libro appartenga al filone di scritture ispirate dalla sociologia bourdieusiana, le modalità scelte dall’autore per raccontare la traiettoria del suo protagonista dimostrano un’ingenuità formale che rischia di trasformare la scrittura in un gesto di «vendetta affettiva» (Meizoz 2014). Un’analisi del testo e del contesto del libro di Louis illustra come il potere politico della letteratura si perda dietro la vendetta dell’individuo. Occorre definire le condizioni di una scrittura che difende effettivamente la dignità letteraria della classe dominata, senza una postura autoriale “elevata” che disprezza le sue forme di espressione e di vita.
  • Many authors who, like Pierre Bourdieu, have experienced the social ascent of the transfuge de classe choose to dedicate their literary work to reconstruct and, in doing so, better understand the lives and thoughts of the dominated classes. However, the ways in which these “popular” lives are communicated differ considerably between writers and their works: while Annie Ernaux explores the possibilities of a “transpersonal” literature, Didier Eribon links autobiography to historical analysis and Olivier Adam opts to maintain the structure of the novel in order to highlight the relationships of domination that connect each character to the others. In this article, we look at the case of En finir avec Eddy Bellegueule (2014) by young French author Edouard Louis. Presented by the publishing house Seuil as a “novel”, this book has a strong autobiographical component and sets out to trace the protagonist’s journey from his modest origins in the French province to the high ranks of Parisian schooling. Although the book belongs to the stream of writing inspired by Bourdieusian sociology, the modalities chosen by the author to tell the trajectory of his protagonist demonstrate a formal naivety which risks transforming writing into an act of «affective revenge»(Meizoz 2014). A textual and contextual analysis of Louis’ book sheds light on how the political power of literature is lost behind the reprisal of the individual. The question arises of defining the conditions of a writing that actually defends the literary dignity of the dominated class, without an “elevated” auctorial posture despising their modes of expression and life.

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