Questo articolo si propone di rileggere Vita e destino alla luce della più recente ricerca sulla storia dell’Europa centro-orientale nel XX secolo, cercando di dimostrare l’importanza di Vasilij Grossman per una nuova comprensione del totalitarismo e della Shoah. L’opera del romanziere ucraino ebreo, irriducibile alle memorie pubbliche dominanti della Seconda guerra mondiale, spinge gli storici ad una riflessione radicale sul senso della guerra tra Hitler e Stalin nell’esperienza storica europea, attraverso la prospettiva insieme eccentrica e rivelatrice della battaglia di Stalingrado.
This article aims to read Life and Destiny through the perspective of the most recent inquiries into the twentieth century’s history of Central and Eastern Europe, trying to demonstrate the importance of Vasilij Grossman for a new understanding of the totalitarianism and the Shoah. The Jewish Ukrainian writer’s work, which can’t be reduced to the prevailing public memories of the Second World War, draws the historians to a radical reflection about the meaning of the war between Hitler and Stalin in the European historical experience, through the eccentric and revealing perspective of the battle of Stalingrad.
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