Nonostante sia stato generalmente letto in chiave autobiografica, credo che La città degli angeli risulti meglio comprensibile se lo si considera un’opera di finzione a tutti gli effetti. L’avvertenza con cui si apre l’edizione tedesca (ma non quella italiana) non è di circostanza: «Tutti i personaggi di questo libro, a eccezione delle personalità storiche citate per nome, sono invenzioni della narratrice. Nessuno è identico a una persona vivente o morta. Tantomeno gli episodi descritti corrispondono a eventi realmente accaduti». Aggiungerei: tantomeno l’io narrante e l’io narrato, il personaggio Christa Wolf (di cui peraltro nel testo non compare mai il nome), sono identici alla scrittrice Christa Wolf.
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