Col numero 55 si è aperta una nuova serie di «Allegoria», la terza. La nostra rivista ha sempre cercato di restare fedele al progetto che è implicito nel suo nome – usare la letteratura per parlare di altro, per dire qualcosa di significativo sulla vita individuale e collettiva –, ma negli ultimi tempi è diventato sempre più difficile rimanere all’altezza di un simile programma.
Del resto, l’unico grande dibattito da cui la critica letteraria europea è stata attraversata negli ultimi quindici anni ha avuto proprio come tema la crisi della critica letteraria: l’oggettiva marginalità di questa disciplina, la sua incapacità di suscitare interesse, la sua angustia intellettuale.
Per molti la crisi non è stata una semplice discussione teorica: è stata anzitutto il senso di inutilità, di fastidio, di noia, con cui sempre più spesso abbiamo letto i saggi appena pubblicati e constatato come sia arduo sottrarsi alle due derive speculari che affliggono, oggi, i discorsi sulla letteratura – l’erudizione fine a se stessa e l’impressionismo velleitario.
Per fronteggiare meglio questo stato di cose, per rilanciare la discussione teorica e lo spirito militante di «Allegoria», abbiamo deciso di aprire una nuova serie. Vorremmo far uscire la critica dal suo isolamento specialistico e riportarla nell’ambito generale della cultura.
Ci apriremo più di quanto non abbiamo fatto finora alla filosofia, alle scienze umane, al cinema, alle letterature straniere, alla letteratura premoderna interpretata con uno sguardo moderno; privilegeremo saggi di argomento generale, e non contributi strettamente specialistici; adotteremo, per quanto possibile, uno stile diretto e concreto, una forma di “ecologia della scrittura” che vada dritta al contenuto di verità dei testi; indicheremo con chiarezza le opere contemporanee che, secondo noi, meritano di essere lette; presenteremo ai lettori italiani alcuni saggi stranieri che giudichiamo importanti e che non sono stati mai tradotti.
Vorremmo proporre un nuovo modello di discussione intellettuale e suscitare l’interesse dei critici, degli scrittori e dei lettori che condividono questo progetto, in particolare di coloro che si sono formati negli anni del postmoderno. Per rendere più regolari le uscite, abbiamo deciso di pubblicare la terza serie di «Allegoria» con cadenza semestrale.
Abbiamo riorganizzato la struttura interna della rivista. I numeri si aprono quasi sempre con una sezione intitolata Il tema e dedicata a una figura intellettuale o a un particolare argomento di riflessione. Segue Teoria e critica, che contiene saggi su problemi generali o autori importanti. Nella sezione Il presente sono pubblicati saggi critici o interviste sulla letteratura dei nostri anni.
Una delle novità maggiori è la sezione Canone contemporaneo. Ospita saggi brevi dedicati alle opere di letteratura, teoria, critica, filosofia, scienze umane, cinema, arti figurative, musica, uscite negli ultimi decenni, e intende proporre, com’è implicito nel suo titolo, un canone delle opere che giudichiamo decisive per la comprensione del presente.
In Il libro in discussione (o Il film in discussione) sottoponiamo un’opera uscita da poco a una discussione corale, condotta da più autori. I numeri si chiudono, infine, con Tremila battute, la rubrica delle recensioni, che cercheremo di rendere sempre più numerose e sistematiche.
I libri inviati per recensione vanno spediti a Cristina Savettieri.
Tutti gli articoli pubblicati su «allegoria» sono sottoposti a peer-review interna o esterna. I saggi pubblicati nelle sezioni “Il tema” e “Teoria e critica” sono sottoposti a double- blind peer-review. L’archivio delle revisioni e l’elenco dei revisori esterni è disponibile presso la segreteria di redazione.