A chi la interroghi sul suo mestiere di scrivere, Alice Munro puntualmente risponde: «Non volevo diventare una scrittrice di racconti. Ho ini ziato a scriverli perché non avevo tempo di scrivere nient’altro – avevo tre figli». Mentre i bambini dormono, prima di accendere il forno, in vece di asciugare i bicchieri: è durante questi momenti avanzati dal quotidiano – o rubati al quotidiano – che Alice Munro compone i suoi primi racconti. Così le ci vogliono quasi vent’anni per mettere insieme le storie della sua prima raccolta (Dance of the Happy Shades, ‘La danza delle ombre felici’, pubblicata nel 1968). Ne sono seguite altre tredici (qualche esempio tra le più note tradotte in Italia: The Moons of Jupiter, del 1982; The Love of a Good Woman, del 1998; Runaway, del 2004; Too Much Happiness, del 2009), premiate da
un crescente successo di pubblico e di critica – e ora pure dal Nobel.
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